Isola di Mal di Ventre

L’isola di Mal di Ventre ha una superficie di 0,80 km e presenta un aspetto pianeggiante, con l’altitudine massima di appena 18 m s.l.m. È presente una pozza di acqua sorgiva che permette la sopravvivenza di alcune specie di piccoli mammiferi, rettili e di volatili. Durante la seconda guerra mondiale i bombardieri sganciarano diverse bombe sull’isola creando diversi crateri, alcuni dei quali dirante la stagione invernale si riempiono d’acqua piovana. La sua origine geologica è molto antica e risale al tardo Carbonifero; L’affioramento dell’isola fa parte di un complesso granitico, in gran parte sommerso, che si estende da sud a nord davanti alle coste della Penisola del Sinis e rappresenta l’unica formazione paleozoica della zona. Le formazioni geologiche del Sinis, infatti, hanno origine più recente, in quanto costituite dall’affioramento di depositi calcarei e lave andesitiche del Miocene e da lave basaltiche e depositi di arenarie calcaree del Pliocene. La costa orientale che si rivolge alla Sardegna si presenta per lo più sabbiosa, con alcune piccole calette che facilitano l’approdo. La costa occidentale invece si presenta relativamente alta e rocciosa e non offre approdi sicuri essendo esposta al vento di maestrale, che in questa parte dell’isola soffia particolarmente intenso. I fondali del mare intorno all’isola si presentano rocciosi.

Flora

La vegetazione è rappresentata dalla macchia mediterranea bassa costituita da essenze quali il lentisco (Pistacia lentiscus), il cisto, il rosmarino (Rosmarinus officinalis) e la palma nana (Chamaerops humilis) oltre che dalle erbe basse. I cespugli vengono scolpiti e modellati dall’azione costante del vento di maestrale.

Fauna

Secondo quanto riferito dall’esploratore Alberto La Marmora un tempo erano presenti anche le foche monache (Monachus monachus). Fra gli unici mammiferi presenti sull’isola vi sono: i conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus) e dei piccoli topi bianchi (Mus musculus) o topo domestico. L’avifauna è invece rappresentata da diverse specie di uccelli marini tra i quali i cormorani (Phalacrocorax carbo), la berta maggiore (Calonectris diomedea), la berta minore (Puffinus puffinus), il gabbiano reale (Larus michahellis), il gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii) ed il falco della regina (Falco eleonorae). I rettili comuni sull’isola sono le testuggini.

Storia

La storia umana di questa antica isola risale al neolitico (6000/2700 a.C.) quando sull’isola, forse collegata alla penisola di Capo Mannu si praticava la caccia. Infatti sono stati ritrovati numerosi frammenti e pezzi di punta di freccia di ossidiana nonché frammenti di macine dell’epoca nuragica. Fra l’altro su questa isola, proprio a lato della cala dei pastori, vi è la presenza di un nuraghe bilobato, in parte franato in mare. La frequentazione umana si è consolidata prima in epoca fenico-punica e successivamente in epoca romana, così come appare dalle numerose testimonianze abitative ritrovate sull’isola. In particolare si segnala la presenza di una villa romana assai estesa (forse sede di un nobile esiliato da Roma nel I o II secolo d.C.). Tale testimonianza è avallata non solo dal Generale Alberto della Marmora ma anche dal Canonico Giovanni Spano che parlarono in diverse occasioni dell’isola. Per la verità ancora oggi, proprio dietro la capanna chiamata dei pescatori, è possibile vedere tra gli arbusti di Lentischio e di Fillirea centinaia di massi frammisti a pezzi di embrici e cocciame appartenenti a manufatti di varia epoca e funzione.

L’isola fu frequentata fin dal periodo neolitico. Lo attestano le numerose punte di freccia e raschiatoi in ossidiana ritrovati sull’isola. In questo periodo storico l’isola doveva essere ben più grande e assai più vicina a Mari Ermi da cui dista circa 5 miglia. Inoltre Malu Entu è l’unica isola minore della Sardegna dove è presente un nuraghe bilobato con un piccolo mastio, già rilevato da Atzori degli anni ’60 e da Copparoni negli anni’ 90 che ha anche segnalato la presenza di alcuni pozzi di cui uno con acqua sorgiva perenne ubicato nella parte centro meridionale dell’isola. Altra particolarità di questa misteriosa isola è la presenza di una grande casa romana realizzata fra il I e il II secolo d.C. di cui hanno scritto anche il Canonico Giovanni Spano e il Generale Alberto Ferrero della Marmora che segnalarono entrambi questa imponente costruzione dotata anche di vasche e una fontana con acqua. Da alcune segnalazioni ricevute e raccolte dallo studioso Marco Porcu, recentemente scomparso, appare verosimile che sull’isola vi fosse anche un piccolo insediamento monastico, così come da alcune tracce murarie con sviluppo absidale rinvenute nella parte sud orientale dell’isola, oggi ricoperte dalla rigogliosa vegetazione di Lentischio.

Altro aspetto di grande interesse sono i numerosi relitti di imbarcazioni di varie epoche che si trovano sui fondali attorno all’isola e di cui solo in parte se ne è curato lo studio e il recupero dei manufatti e delle merci trasportate.

L’Isola di Mal di Ventre finì all’attenzione della cronaca soprattutto durante il processo per il presunto “complotto separatista” svoltosi agli inizi degli anni ottanta del XX secolo, che avrebbe visto implicati diversi attivisti di movimenti indipendentisti sardi e che, a detta di alcune ricostruzioni, fu una macchinazione dei servizi segreti italiani per screditare il vento sardista allora sorto; l’isola sarebbe stata prescelta, secondo l’accusa, quale luogo dal quale gli insorti avrebbero comunicato al mondo mediante potenti apparati radioamatoriali la nascita della Repubblica Socialista di Sardegna.

Il quotidiano italiano La Repubblica ha riportato, nell’agosto del 2008, la notizia dell’iniziativa di un indipendentista sardo che mira al riconoscimento internazionale dell’isola di Mal di Ventre, quale “Repubblica Indipendente di Malu Entu”, rifacendosi ai principi di autodeterminazione dei popoli sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. Salvatore Meloni, protagonista di altre storiche battaglie per l’indipendenza della Sardegna, ha provveduto a inviare il progetto sia alle Nazioni Unite ed ai suoi membri che al presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. Salvatore Meloni, che da più di vent’anni trascorre gran parte delle sue giornate sull’isoletta assieme ad altri indipendentisti, nel febbraio 2009 ha avviato una causa civile per l’usucapione dell’isola di Mal di Ventre che, dal 1972, appartiene alla società napoletana “Turistica Cabras srl”; inoltre il Meloni ha richiesto al Comune di Cabras la residenza anagrafica sull’isola per rafforzare la sua iniziativa. Meloni ha pure fatto stampare banconote con la sua faccia, i “Soddus Sardos”.

Nel gennaio del 2009, dopo 5 mesi dalla data di autoproclamazione della Repubblica, un blitz del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e della Capitaneria di porto ha sgomberato gli indipendentisti. Questi ultimi sono stati accusati, tra le altre cose, di aver danneggiato l’ambiente e di aver smaltito illecitamente i rifiuti prodotti durante la loro permanenza sull’isola. In seguito, Salvatore Meloni, sebbene allontanato, è ritornato sull’isola, prima del suo incarceramento a seguito di una condanna per frode fiscale.